Il ficodindia è originario dell’ America (Messico e America centrale) e si è diffuso oltre all’America centrale -meridionale, in Sud Africa e nel mediterraneo  ed  è stato introdotto in Europa dopo la scoperta del nuovo Continente.
Sull’ Etna chiunque abbia un oliveto o un pistacchieto destina qualche ettaro ai fichidindia,  questa pianta ha trovato nelle zone dell’Etna (diventando una delle piante simbolo) un clima ideale che ne favorisce la crescita.

Nome scientifico: Opuntia Ficus-Indica
Nome in italiano: Fico d’india o ficodindia
Nome in siciliano:Ficudinia

Questa pianta ,oltre che per la produzione di frutti è utilizzata come pianta medicinale( i decotti dei fiori svolgono una funzione diuretica)  è costituita da più fusti  chiamati  pale che insieme ai fiori e frutti tutti commestibili sono ricchi di sostanze nutritive.
Il ficodindia contiene minerali come: potassio, magnesio,ferro,calcio e vitamine A e C e stabilisce e riequilibra il sistema nervoso.
E’ un rigeneratore cellulare e un rimedio ideale per i periodi di fatica fisica, di astenia psichica per problemi legati all’attenzione e alla mancanza di concentrazione,  nei casi di insonnia e di depressione. Previene i tremolii incontrollati e il rilascio muscolare nelle persone anziane o deboli,
aumenta le difese dell’organismo ,agisce sulla pelle facilitando la scomparsa di eruzioni cutanee e verruche .
Facilita la ricrescita dei capelli e delle unghie , agisce favorevolmente sulla digestione ed è anche un equilibratore psichico agendo in modo benefico sull’umore e si rivela molto utile per affrontare i cambi di stagione.  Dispone una varietà di amminoacidi  che insieme ai minerali e vitamine ne fanno un elemento nutriente, ricco di fibre e con limitato contenuto di grassi. I frutti di varietà bastardoni iniziano la maturazione a metà ottobre e vengono raccolti a più riprese con il caratteristico ” coppo” (bastone alla cui estremità si trova un oggetto vuoto a forma di tronco di cono, dentro il quale s’introduce il ficodindia  che con un semplice  movimento rotatorio viene distaccato dalla pala.) e si vendono cosi’ come si raccolgono.
I frutti vengono usati anche per produrre marmellate, bevande, sciroppi.
I fichidindia si mangiano come frutto da tavola
e rappresentano in molte regioni un alimento dissetante molto comune.  Si mangiano cosi’: i Frutti vengono prima tenuti in acqua ghiacciata per neutralizzare le spine poi , si tolgono le estremità  si taglia la buccia per tutta la lunghezza e si aprono.
In Sicilia vengono anche essiccati e si fanno conserve e marmellate e  oltre al gelato  tra le preparazioni, si fanno i Mostaccioli( succo ristretto per ebollizione, con farina di semola e aromi) e  la mostarda .

La pianta del ficodindia è utilizzata anche dall’industria per farmaci (coloranti, pectine , concimi, cosmetici) e come pianta ornamentale.Stagionalità: dalla metà di agosto i frutti di prima fioritura (agostani), da settembre a dicembre quelli di seconda fioritura (scozzolati o bastardoni)
Caratteristiche- tre sono le varietà : gialla (sulfarina o nostrale), rossa (sanguigna), bianca (muscaredda o sciannarina) , il profumo è delicato , la buccia è consistente coperta di spine sottilissime. Polpa succosa con molti semi piccoli e legnosi, piuttosto duri e il sapore è dolciastro.
Marchio Dop.
Prova dell’ origine: lo storico Denis Mark Smith in History of Sicily – Medieval Sicily 800-1713:
<< alla fine del sedicesimo sec. in Sicilia (...) il ficodindia proveniente dall' America tropicale (Indie occidentali secondo C. Colmbo) era comunemente usato. I fichidindia trasformeranno la campagne della Sicilia, infatti venivano di proposito piantati per frantumare la lava nei fertili pendii del monte Etna.
Questa ammirevole pianta con i suoi frutti ha contribuito alla dieta dei ricchi e di poveri nella vita quotidiana dei siciliani.>>