Savoca , in provincia di Messina, con poco meno di duemila abitanti, si è fatta conoscere nel mondo per gli scorci offerti al film Il padrino di Francis Ford Coppola quali lo storico Bar Vitelli e la chiesa di San Nicolò. Ma ancora prima degli anni ’70 ,quando venne girato il film capolavoro di Coppola, era nota per le Mummie della cripta di San Francesco– la chiesa del convento dei Cappuccini.
Esposte un anno fa dopo un lungo restauro, necessario a causa delle cattive condizioni in cui erano state tenute per lungo tempo ma anche per rimediare ai danni causati da un folle che nel 1985 le imbrattò con vernice e le fece cadere rovinosamente .
I corpi dei personaggi più in vista del paese sono esposti con gli abiti migliori .
Tutto ciò testimonia il rapporto complicato con la morte ,nel Mezzogiorno d’ Italia dove la pratica della mummificazione era maggiormente diffusa. Era una sorta di rappresentazione dello Stato nobiliare: un’ immortalità a beneficio dei propri concittadini e dei parenti che tornavano a visitare i defunti, in memoria dei quali nelle stesse cripte venivano celebrate le messe.
Gli uomini più potenti di Savoca vissuti tra il ‘700 e ‘800 legati all’ Ordine Cappuccino, pagavano per il trattamento che assicuravano loro post mortem una sepoltura d’élite.
Le mummie di Savoca inizialmente erano 37, tutti uomini ad eccezione di una donna e di un bambino
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